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Gli infortuni sul lavoro: cosa rischia un’azienda

Gli infortuni sul lavoro sono eventi che, purtroppo, accadono con una frequenza superiore a quanto dovrebbero e spesso riempiono le pagine della cronaca italiana. La sicurezza sul lavoro, infatti, costituisce una premessa imprescindibile di ogni attività professionale, ma a volte non le si dà la giusta importanza, dimenticando o comunque tralasciando di mettere in atto le norme e le pratiche volte a ridurre il rischio. Ma cosa comporta l’infortunio sul lavoro per un datore di lavoro? 

In caso di infortunio di un dipendente, l’azienda ha innanzitutto l’obbligo di denunciare l’accaduto all’Inail, trasmettendo anche il codice fiscale della persona vittima dell’incidente. A questo proposito è importante sapere che, in caso di mancata o inesatta comunicazione del codice fiscale oppure di mancata o tardiva denuncia dell’infortunio, il datore di lavoro può incorrere in una sanzione amministrativa. Anche se l’accaduto viene regolarmente denunciato, tuttavia, l’azienda può rischiare sanzioni, sia a livello civile che penale, in relazione al tipo di infortunio occorso: se, per esempio, l’incidente è avvenuto perché il datore di lavoro non ha rispettato le necessarie misure di sicurezza (e, di conseguenza, poteva essere evitato) allora è molto probabile che l’azienda venga severamente sanzionata.

Cosa si intende per infortunio sul lavoro

Per capire cosa comporta l’infortunio sul lavoro e cosa rischia un’azienda, bisogna prima sapere cosa si intende esattamente quando si parla di questo tipo di accaduto. L’infortunio sul lavoro, infatti, è un evento traumatico che ha luogo sul posto di lavoro per una causa violenta, inabilitando il lavoratore a svolgere le proprie mansioni per un periodo di tempo superiore ai tre giorni. L’infortunio sul lavoro determina lesioni o malattie che hanno come conseguenza l’astensione dal lavoro per un determinato periodo di tempo; naturalmente, in caso di assenza prolungata, è necessario, affinché si parli di infortunio sul lavoro, che l’impossibilità di svolgere la professione sia direttamente collegata con l’evento occorso.

Dal punto di vista legislativo, ogni lavoratore è tenuto a stipulare un’assicurazione obbligatoria con l’Inail, la quale copre anche gli infortuni che potrebbero verificarsi lungo il tragitto per arrivare sul luogo di lavoro, detti appunto infortuni in itinere

Talvolta, l’infortunio sul lavoro può essere di una gravità tale da richiedere l’intervento della Procura Generale. Ciò può accadere, per esempio, in caso di morte del lavoratore oppure quando l’incidente determina una lesione con prognosi superiore ai 40 giorni. La Procura può intervenire anche se la prognosi è inferiore, ma in questo caso solo se il dipendente che ha subito l’infortunio presenta una querela nei confronti del datore di lavoro.

Cosa comporta l’infortunio sul lavoro? Obblighi del datore di lavoro

In caso di infortunio sul lavoro, il datore di lavoro ha delle precise responsabilità. In particolare, deve assolvere ad alcuni obblighi:

  • nel caso in cui il lavoratore presenti un certificato medico nel quale è specificata una prognosi di almeno un giorno, il datore di lavoro può inviare telematicamente all’INAIL, entro le 48 ore successive alla ricezione della comunicazione, tutti i dati relativi all’infortunio, accompagnati dai riferimenti del certificato, quali il numero identificativo, la data in cui è stato rilasciato e il periodo di prognosi indicato. È importante sottolineare che in questo caso la comunicazione all’INAIL è ai soli fini statistici;
  • se la prognosi contenuta all’interno del certificato medico supera i tre giorni, il datore di lavoro deve inviare in via telematica una denuncia all’INAIL. Anche in questo caso, la comunicazione deve essere corredata da tutte le informazioni relative al certificato;
  • un altro importante dovere del datore di lavoro in caso di infortunio consiste nel retribuire per intero al lavoratore la giornata in cui è accaduto l’incidente. Per i successivi tre giorni dall’astensione dal lavoro, inoltre, il datore di lavoro è tenuto a corrispondere almeno il 60% dello stipendio al dipendente che ha subito l’infortunio. La percentuale può anche essere maggiore, a seconda delle indicazioni specifiche contenute nel contratto di lavoro.

È importante sottolineare che tutti i dati riguardanti i certificati medici possono essere reperiti dal datore di lavoro direttamente sul sito dell’INAIL, tramite l’applicativo dedicato presente tra i servizi telematici.

Infortunio sul lavoro: in quali sanzioni può incorrere l’azienda

Se un dipendente si infortuna sul luogo di lavoro, il datore di lavoro può subire sanzioni:

  • penali e civili: all’azienda può essere contestato il reato di lesioni personali e, in caso di decesso del lavoratore, anche di omicidio colposo. In quest’ultimo frangente (così come se la prognosi delle lesioni è superiore ai 40 giorni), la Procura interviene d’ufficio, mentre le lesioni colpose, affinché vengano perseguite dalla legge, devono essere regolarmente denunciate. A livello di diritto civile, il datore di lavoro può essere costretto a risarcire il dipendente che si è infortunato per il danno patrimoniale (che include, per esempio, i mancati guadagni o le spese sostenute per le cure), ma anche per il danno biologico, dovuto alle lesioni fisiche che possono aver compromesso alcune funzionalità corporee.
  • amministrative, cioè multe, oppure la proibizione di collaborare con la Pubblica Amministrazione o addirittura l’interruzione dell’attività di impresa. L’azienda è tenuta a denunciare ogni tipo di infortunio sul lavoro, compresi quelli che comportano fino a tre giorni di assenza, pena il pagamento di una sanzione da 548,00 a 1.972,80 euro. 

Cosa comporta l’infortunio sul lavoro durante lo smart working

Lo smartworking rappresenta senza dubbio una delle eredità più significative della pandemia. Da gennaio 2023 c’è stato un cambiamento importante: è finita la fase del lavoro agile emergenziale, che poteva essere imposto anche unilateralmente dal datore di lavoro per garantire la continuità della produttività in una situazione di emergenza come la pandemia, e si è tornati alla normativa originaria, secondo la quale lo smart working è possibile solo se c’è un accordo di entrambe le parti

L’accordo tra datore di lavoro e lavoratore per lo smart working può variare di caso in caso; affinché sia valido, tuttavia, deve contenere alcuni elementi essenziali previsti per legge:

  • essere scritto;
  • disciplinare le modalità di svolgimento del lavoro agile;
  • individuare i tempi di riposo e di disconnessione del lavoratore.

Il datore di lavoro, inoltre, ha l’obbligo di far avere al lavoratore una copia dell’informativa di sicurezza riguardante i fattori di rischio connessi allo svolgimento dell’attività. Ma cosa comporta l’infortunio sul lavoro in smart working? La legislazione ha decretato che il lavoratore ha diritto alla copertura Inail anche in questo caso, in seguito agli accertamenti del caso. 

Tendenzialmente, il lavoratore ha diritto alla tutela assicurativa dell’Inail nel caso in cui l’infortunio, verificatosi in casa o nel luogo scelto per portare avanti la giornata lavorativa, sia direttamente connesso alla prestazione lavorativa. Ancora non è ben chiaro quali siano i confini e i limiti della responsabilità del datore di lavoro nel caso di smart working, quindi spesso l’indennità viene calcolata e valutata caso per caso, sulla base delle differenti situazioni. In ogni caso sono necessari degli adempimenti specifici per valutare soprattutto se l’attività che il lavoratore stava svolgendo al momento dell’infortunio sia davvero strettamente collegata a quella lavorativa.